L’intervento del presidente dell’associazione Marco Maurelli nel corso del vertice di ieri con i ministeri che stanno lavorando alla riforma
- Fonte: MondoBalneare.com
Federbalneari Italia ha partecipato ieri mattina alla riunione tra le associazioni di categoria e i rappresentati dei ministeri dei beni culturali, delle infrastrutture e trasporti, degli affari europei e degli affari regionali, per discutere della lettera di messa in mora relativa al rinnovo automatico delle concessioni balneari inviata dalla Commissione europea e sulla procedura d’infrazione annunciata da tempo e data ormai quasi per certa.
La riunione, voluta dal Mibact per affrontare gli aspetti in virtù della scadenza della risposta non più rimandabile (deve essere inviata entro il 3 febbraio dal governo), ha consentito ai ministeri di raccogliere le osservazioni tecniche della categoria. Federbalneari Italia, rappresentata dal presidente Marco Maurelli, dopo aver premesso «la ridondanza dei medesimi atti dal 2009 ad oggi», ha evidenziato come «nulla sia cambiato sul tema concessioni demaniali.
Le mancate riforme di comparto, sempre annunciate ma mai attuate, hanno infatti cristallizzato procedure generalizzate che avrebbero dovuto rappresentare in realtà la fase transitoria precedente al riordino e hanno nuociuto al comparto». «Abbiamo fatto pervenire ai massimi dirigenti dei ministeri competenti un parere legale molto esaustivo da parte del prof. Stefano Zunarelli, una proposta tecnica di valutare una riforma sul piano delle concessioni di beni e non di servizi per escludere l’ennesimo impasse», dichiara Marco Maurelli. «Da dieci anni vengono proposte sempre le stesse le conclusioni, dalla prima infrazione del 2009 sino alla sentenza della Corte di giustizia europea del 2016.
È necessario prendere atto e difendere la legge 145/2018 evitando discriminazioni laddove venisse negoziata una minore durata delle concessioni. Un fatto, questo, che porterebbe una confusione normativa che metterebbe in apprensione anche gli enti concedenti». Secondo Federbalneari Italia, «per scongiurare una procedura d’infrazione occorre considerare la complessità del momento pandemico che ha colpito la nostra economia, durante la quale lo Stato ha inteso difendere l’economia con il “decreto rilancio” a tutto tondo, fissando proprio le motivazioni di interesse generale dello Stato con la conferma delle scadenze delle concessioni al 31 dicembre 2033. Considerata la situazione politica e pandemica attuale del nostro paese, è necessario chiedere un differimento di pochi mesi alla Commissione Ue in attesa del nuovo governo per avere una posizione politica maggiormente condivisa con la categorie, con le Regioni e i Comuni». Conclude Maurelli: «Siamo convinti che la direttiva Servizi non sia autoesecutiva poiché occorre una norma statale di recepimento, come affermato dalle sentenze del Tar che ha confermato di recente anche la relazione tra pandemia e legge 145/2018. Per questo è necessario difendere la norma in tutti i modi.
Le politiche europee hanno fatto comprendere come si debba negoziare sulla durata del 2033 per raggiungere l’obiettivo, ma è stato ribadito il caos istituzionale e discriminatorio che ne deriverebbe se ciò avvenisse, considerato che il 70% dei Comuni sta rilasciando e ha rilasciato i titoli con scadenza al 2033. Ci rivolgeremo alla politica e al nascente governo per illustrare le nostre motivazioni, chiedere il tavolo di riforma delle concessioni e confermare la fase transitoria al 2033».
Fonte: MondoBalneare.com