Federbalneari denuncia il clima di incertezza nato con la legge sulla concorrenza. Voluta dall’Europa ma senza confrontarsi con il settore.
Le richieste di Federbalneari
Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, è pessimista, convinto che sarà durissimo il futuro del settore dell’imprenditoria balneare, messa duramente alla prova dal clima di incertezza della legge sulla concorrenza, approvata dal governo di Mario Draghi e ampiamente contestata da Federbalneari Italia.
“La norma attuale è confusa e non garantisce né il ricambio né alcuna continuità di impresa alle aziende turistiche balneari. Inoltre è alto il rischio che si apra un contenzioso straordinario tra pubblico e privato perché non ci sono né i tempi né alcun percorso che dia certezza alle imprese e così pure il blocco degli investimenti, già da anni ormai una certezza. Tutto ciò non porterà alcun vantaggio alle imprese attuali”.
Per Maurelli, c’è il rischio di un “calo drastico della produzione di servizi turistici e pertanto un vertiginoso calo del pil del turismo. Siamo convinti che la priorità assoluta, oggi più che mai, sia quella di aprire un confronto reale e veritiero sul tema della esclusione del comparto dalla Direttiva Servizi 2006, tra il premier Giorgia Meloni e il presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen per porre in sicurezza il comparto turistico italiano”.
Per Federbalneari, “negli ultimi 12 anni siamo stati vittime di ben cinque normative confuse. Non c’è mai stata un’interlocuzione seria con la Commissione Europea, questo è il momento di far pesare anche la nostra posizione”. Prima di mettere la testa sotto la sabbia.