Il presidente Maurelli sollecita l’avvio del percorso di riforma: “Vigileremo sul rispetto delle regole da parte degli enti concedenti”
«Federbalneari Italia esprime la sua preoccupazione al governo, guidato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni, per la situazione di stallo della riforma sulle concessioni balneari, che dovrebbe seguire l’iter del decreto milleproroghe dove, tra l’altro, si stabiliva la necessità di aprire un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi in tempi rapidi, vista l’urgenza della situazione, anche per conoscere il percorso per la mappatura dei beni pubblici in concessione». Lo dichiara Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, sollecitando la presidenza del consiglio e i ministeri interessati.
«È necessario che tutte le parti interessate dal decreto siedano quanto prima intorno a un tavolo per avviare il previsto iter di riforma, evitando di mettere a rischio il futuro del settore balneare, e che siano le sentenze, e non le leggi, a riorganizzare il comparto che vive in regime di quattro proroghe da tredici anni ormai», aggiunge Maurelli, convinto che «occorra iniziare subito a ragionare su un percorso che dia continuità al settore e, parallelamente, conduca a una riforma seria e ragionata con una legge organica di riordino e di tutela delle nostre imprese turistiche, a partire dalla revisione del Codice della navigazione e dallo sblocco immediato degli investimenti per modernizzare offerta turistica e beni in concessione».
«Siamo realmente preoccupati per il tempo trascorso dall’approvazione del milleproroghe e non vorremmo che questa norma faccia la fine di tanti altri testi normativi», conclude il presidente di Federbalneari.
«Auspichiamo, infine, che il governo chieda con fermezza a Bruxelles di rivedere l’applicazione della direttiva Bolkestein al settore dei beni demaniali in concessione. Federbalneari Italia, da parte sua, vigilerà con attenzione affinché nessuno, compresi i Comuni interessati dalle gare sulle concessioni balneari, faccia passi affrettati e in autonomia e soprattutto a danno del nostro importante patrimonio imprenditoriale».
Fonte: MondoBalneare.com