Il presidente di Federbalneari Italia Marco Maurelli è stato ascoltato ieri in audizione in Senato per rinnovare al governo e alla premier Giorgia Meloni «la necessità di una riforma seria del settore balneare che superi l’attuale norma sulla concorrenza varata dal governo Draghi e orientata dalle sbagliate sentenze della plenaria del Consiglio di Stato, che ha imposto le gare per le concessioni balneari al 31 dicembre 2023, ma che il decreto milleproroghe potrebbe spostare al 2024, con il rischio concreto di dare seguito a una catena di contenziosi tra imprese balneari e amministrazioni comunali».
Lo rende noto un comunicato di Federbalneari. Precisa Maurelli: «È necessario preliminarmente avviare la mappatura dei beni pubblici in concessione, che sono molteplici e ricomprendono anche laghi, fiumi e tutte le concessioni di valorizzazione dei beni archeologici, nonché quelle della montagna e idroelettriche. Basti pensare che solo il demanio marittimo e idrico comprendono oltre 70.000 chilometri».
Secondo Maurelli, «occorre comprendere la consistenza dei nostri beni pubblici, prima di una riforma delle concessioni che altrimenti condurrebbe nel caos le imprese turistiche del settore che rappresentano circa 800 mila occupati. Senza una mappatura completa non si può procedere a un riordino complessivo. Il decreto milleproroghe non è lo strumento adeguato per risolvere questa annosa e controversa situazione che dura ormai da dodici anni, per un totale di cinque mancate riforme». Al Senato Maurelli ha avanzato, tra le richieste, che venga fatta «una riforma che tenga conto della centralità del rapporto tra turismo e aziende balneari, e che deve vedere la continuità d’esercizio come il principale obiettivo per lo Stato e per un comparto essenziale del turismo costiero e ricettivo in Italia, un’eccellenza a livello internazionale e una voce importante del Pil che ogni estate nel terzo trimestre cresce inesorabilmente».
Inoltre, il presidente di Federbalneari ha sostenuto «l’importanza di attendere l’ormai prossima sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, avanzata da un’ordinanza del Tar di Lecce con vari quesiti sulla direttiva Bolkestein. Siamo certi che il governo terrà conto della situazione e bloccherà ogni iniziativa degli enti locali che stanno predisponendo i bandi di gara per le concessioni, considerandole scadute, e dunque compiendo azioni dannose e sbagliate che condurranno al caos e a un probabile grave contenzioso».
Conclude Maurelli: «Occorre l’avvio di un negoziato con l’Ue, passando dal completamento della mappatura delle concessioni di beni pubblici sino alla revisione del Codice della navigazione per riformare questo modello con regole codicistiche italiane, nel rispetto dei principi europei purché non siano asfissianti per la nostra economia, come Federbalneari Italia ripete ormai da anni ormai. È corretto dunque che vi sia una proroga ulteriore che servirà a dare compiutezza a tutto il percorso di riassegnazione delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali e del diporto nautico». Durante le audizioni, Federbalneari ha consegnato alle commissioni I e V del Senato una documentazione giuridica contenente le sue richieste in merito al riordino del settore.
Scarica il dossier consegnato da Federbalneari al Senato » (pdf, 13 pagine)
Fonte: MondoBalneare.com