Intervento di Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna, agli stati generali dei balneari sardi
«In Sardegna il 95% delle attività sul demanio sono a conduzione famigliare: famiglie che devono essere tutelate». Lo ha affermato il presidente di Federbalneari Sardegna Claudio Maurelli nel suo intervento agli stati generali dei concessionari demaniali della Sardegna, intitolati “Per la tutela del nostro futuro” e organizzati in maniera congiunta dalle associazioni regionali di categoria. L’assemblea, che si è svolta questa mattina al Palazzo dei congressi di Cagliari, è stata l’occasione per fare il punto della situazione in seguito alla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga al 2033 delle concessioni demaniali marittime e imposto la riassegnazione tramite gare pubbliche entro il 31 dicembre 2023. Vasta la partecipazione della politica nazionale e regionale, che non ha fatto mancare il proprio apporto all’iniziativa. Come ha spiegato Maurelli, «le concessioni registrate ad oggi in Sardegna sono 1200, la cui grandezza media è di 600 mq: più del 50% sono concessioni di 200 mq, le restanti concessioni variano tra i 500 mq e i 2000 mq, mentre solo il 2% è composto da concessioni pertinenziali. È quindi evidente il danno che la sentenza del Consiglio di Stato ha arrecato non solo al comparto del turismo balneare, ma a tutta l’economia regionale. Per questo è necessario lavorare da subito per tutelare e salvaguardare le imprese balneari sarde, che devono continuare a svolgere la propria funzione sociale e turistico-culturale con dedizione e a vantaggio della stessa Sardegna. Da sempre Federbalneari Italia propone l’avvio di un percorso di valorizzazione attraverso la presentazione di progetti cantierabili da parte delle singole imprese su temi quali la transizione ecologica balneare e l’economia circolare con il riutilizzo delle risorse naturali e con interventi sull’ecosistema marino. Chiediamo alla politica nazionale di avviare la riforma di settore passando attraverso una legge transitoria adeguata che la nostra giunta chiederà in modo condiviso con le altre rappresentanze di categoria al governo, per dare modo al settore di riorganizzarsi e di dotarsi di un progetto turistico della Sardegna, anche in forma aggregata, con il pieno sostegno dell’amministrazione regionale. Non serve ricordare di essere stati gli unici insieme alla Regione Sardegna a difendere i concessionari e le deleghe per il demanio marittimo le ha ancora la Regione a tutela delle imprese proprio grazie al nostro operato in solitaria ma efficace diremmo». Dall’ufficio di presidenza di Federbalneari Italia giunge un grande plauso e una forte esortazione al presidente Claudio Maurelli affinché «si continui a lavorare al fianco della categoria con la Regione, i Comuni e la stessa Federbalneari per contribuire a dare corpo a una riforma organica e seria del settore che riconosca il valore effettivo del tessuto imprenditoriale del turismo balneare italiano». Ha concluso Maurelli: «Siamo rimasti sconcertati dalla portata di questa sentenza del Consiglio di Stato, che è stata dichiarata come “politica” poiché usurpa il ruolo del parlamento in quanto abroga dieci anni di legge senza passare dal parlamento; il canone a base d’asta poi che apre a scenari inverosimili, i giudicati favorevoli annullati e gli effetti della norma rimandati al 2023. Occorre rispettare il ruolo della Regione e dei Comuni poiché vi è un concreto rischio di commissariare la pianificazione del demanio con il concreto rischio di bypassare le nostre imprese turistiche, e questo Federbalneari Italia non lo consentirà». Fonte: MondoBalneare.com